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Tutti gli assi dell'Italia al tavolo del G-20

di Marco Fortis

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21 gennaio 2010

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Spiccano, in particolare, i punti di forza dell'Italia nell'economia reale. Mentre siamo settimi nel G-20 per dimensioni del Pil a valori correnti, siamo quinti per generazione di valore aggiunto manifatturiero e abbiamo il quinto miglior surplus commerciale con l'estero nei manufatti non alimentari. Eccelliamo nella bilancia commerciale dei beni per la persona e la casa dove siamo secondi (superati solo in volume, ma non certo in qualità, dalla Cina) e siamo terzi nella meccanica non elettronica e nei mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli ( superati soltanto da Germania e Giappone quanto a surplus commerciale). Alla fine dello scorso anno abbiamo inoltre documentato su queste colonne come l'Italia sia prima, seconda o terza esportatrice mondiale in oltre 1.000 prodotti su un totale di oltre 5.500 prodotti in cui è suddiviso in dettaglio il commercio internazionale.

L'Italia vanta anche il maggiore attivo commerciale con l'estero per la frutta fresca a livello dei paesi del G-20 e anche il più elevato export di prodotti trasformati della dieta cosiddetta mediterranea ( derivati del pomodoro, pasta, olio d'oliva, vini, caffè torrefatto). Il nostro paese è altresì primo per siti patrimonio mondiale dell'Unesco, terzo nel G-20 per entrate turistiche e quarto per arrivi internazionali dietro Usa, Francia e Cina. Ma per numero di pernottamenti di turisti stranieri siamo davanti alla stessa Francia e singole città, province o regioni italiane ( come Venezia, Roma o il Trentino- Alto Adige) ospitano ogni anno più turisti stranieri di intere nazioni.
La nostra convinzione è che i punti di forza dell'Italia siano di gran lunga superiori a quelli di debolezza. Ma poiché la competizione è destinata ad accrescersi drammaticamente nello scenario imperniato sulle nuove polarità della geo-economia che uscirà dall'attuale crisi,è essenziale che l'Italia avvii un importante programma di riforme che permetta di stabilizzare i suoi conti pubblici, migliorando al contempo le infrastrutture e i servizi che lo stato offre ai cittadini e alle imprese portandoli a un livello adeguato all'eccellenza ricoperta a livello mondiale dai suoi settori dell'economia reale.

21 gennaio 2010
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